A partire dai primi anni del nuovo secolo, si raccoglie nell’ambito della formazione l’uso delle tecnologie. I cambiamenti dei processi di conoscenza e di apprendimento legati alle nuove tecnologie introducono delle innovazioni sostanziali e profonde di cui non è ancora facile valutare l’importanza. Nell’ambito della formazione, la figura del docente tradizionale si ridefinisce e si articola in una grande pluralità e diversità di ruoli che chiamano in causa i cosiddetti tutori della formazione. Il percorso formativo di un individuo nella sua interezza si ridefinisce in un percorso complesso, reale e virtuale allo stesso tempo, che integra metodologie e strumenti di diversa natura. Le competenze richieste dall’apprendimento a distanza sono in particolare la gestione della complessità dei programmi, la flessibilità nel fronteggiare un ambiente in continuo cambiamento.
Storia delle donne – la donna nell’antica Grecia e la donna nel Novecento
L’educazione della donna
Fin dalla nascita le giovani donne trascorrevano gran parte della loro vita in casa, affidate alle cure della madre o delle schiave. Apprendevano ben presto i lavori domestici della filatura e della preparazione del cibo. Solo durante le feste religiose delle città, le ragazze potevano uscire. Nell’Atene classica, le ragazze potevano apprendere i racconti della tradizione mitica, dalle madri, dalle parenti anziane e dalle schiave e qualche volta potevano imparare a leggere e a scrivere. Ancor più raro e difficile era per le giovani acquisire un’istruzione superiore.[1] La donna ateniese era sottoposta a vita, alla tutela di un uomo, il padre prima, poi il marito e successivamente il figlio e, in mancanza di esso, il parente più prossimo. La donna era esclusa dalla dimensione pubblica della società, dalla cultura, dalle assemblee, dai tribunali, dalle manifestazioni, tranne poche cerimonie religiose.
Ulisse, “uomo versatile e scaltro”
Tra gli eroi della mitologia greca, Achille, Ettore e gli altri personaggi famosi come Alessandro Magno, Ulisse rimane sempre il più moderno e stimolante. Forse, perché in lui c’è una traccia del passato glorioso ma anche il rischio di una modernità sempre alla ricerca del nuovo.
Ulisse non si è mai lasciato infervorare per la guerra, eppure ha fatto il suo dovere fino in fondo trovando soluzioni ingegnose per vincere l’annoso conflitto. La ricerca della conoscenza è ottenuta attraverso il viaggio e la sfida ai “poteri forti” degli dei e non, anche la vendetta finale è frutto più della necessità di ristabilire la giustizia che dell’odio e della rabbia.
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Ogni volta che vengono pubblicate le classifiche internazionali i titoli dei giornali italiani per osannare le nostre principali università, con abili giochi di parole, si sprecano. Recentemente l’«Academic Ranking of World Universities 2023» (ARWU) ha ottenuto analoga attenzione dalla stampa nazionale ma leggendo gli articoli scarseggia spesso sia lo spirito critico che l’informazione obiettiva.
“È La Sapienza il primo e unico ateneo italiano che si colloca tra i primi centocinquanta del mondo secondo la classifica «Academic Ranking of World Universities 2023», pubblicata il 15 agosto dall’organizzazione indipendente Shanghai Ranking Consultancy” (CdS).
Senza voler dare eccessivo valore a queste classifiche internazionali e ai criteri che sono alla loro base, l’affermazione del Corriere della Sera ci dice qualcosa di terrificante: …nessuna università italiana si trova tra le prime cento al mondo!
L’Italia, una delle maggiori economie del mondo, patria dell’arte e della musica, della civiltà greco-romana e della Chiesa Cattolica, l’Italia non riesce a collocare nessuna università tra le prime cento. Altre quattro università si trovano tra le prime duecento, sedici tra le prime cinquecento, chiaramente sono risultati molto deludenti che ci parlano di una situazione gravissima e difficilmente recuperabile in breve tempo.
La pedagogia speciale per l’integrazione scolastica: la differenza tra individualizzazione e personalizzazione
Una delle tematiche maggiormente discusse nel dibattito scolastico attuale è la differenza tra individualizzazione e personalizzazione della programmazione didattica. Dal punto di vista pedagogico si definisce individualizzazione il criterio fondamentale del percorso educativo e didattico che presta attenzione alle dimensioni individuali dello studente come la dimensione cognitiva, affettiva, sociale. Il modello di individualizzazione che viene citato maggiormente è l’apprendimento per padronanza ( in inglese mastery learning) che identifica il raggiungimento degli obiettivi formativi secondo la teoria di Bloom. L’apprendimento per padronanza è una metodologia utilizzata nell’ambito didattico per fare in modo che gli alunni di un gruppo classe possano raggiungere al meglio il più alto grado di conoscenze. Il modello dell’apprendimento per padronanza prevede una procedura basata sullo svolgimento di una determinata unità didattica. Per personalizzazione invece si intende l’insieme delle strategie didattiche che mira alla valorizzazione delle potenzialità, predisposizioni, inclinazioni intellettive, attraverso la possibilità o l’opportunità di coltivare le proprie aree di eccellenza. Aiutare ogni studente a sviluppare una propria forma di talento è l’obiettivo fondamentale della personalizzazione.
Da un punto di vista della pedagogia per l’inclusione vengono predisposti due modelli di progetti o percorsi rivolti agli studenti che fanno parte del gruppo classe. Il Piano didattico personalizzato viene redatto per studenti che presentano particolari disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali (riconosciuti dalla legge 170/2010), mentre il Piano educativo Individualizzato viene redatto per studenti con disabilità di natura cognitiva e fisica (riconosciuto dalla legge 104/1992).
Fenomenologia e conoscenza della realtà
Un interessantissimo articolo pubblicato dalla rivista InStoria: «UN FILOSOFO DI NOME KAROL WOJTYLA E L’INCONTRO CON MAX SCHELER» di Simonetta Satornino, indaga gli sviluppi della fenomenologia realizzati grazie alla riflessione di Karol Wojtyla, il Papa Santo Giovanni Paolo II.
Dalla fenomenologia di Hegel a quella di Husserl e poi di Scheler la questione centrale è quella del rapporto tra la realtà e la conoscenza, il rischio è sempre stato quello di porre l’accento troppo su un singolo aspetto lasciando scivolare sullo sfondo gli altri.
Un glossario per il Piano Scuola 4.0
Il “Gruppo Incipit” dell’Accademia della Crusca critica in un comunicato il linguaggio del Piano Scuola 4.0 elaborato dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Non è la prima volta che la Crusca esprime perplessità sul linguaggio burocratico e sull’uso degli anglismi nella lingua italiana, in questo caso vengono ritenuti non necessari perché non si tratta di tecnicismi e addirittura manifesterebbero il tentativo di coprire con parole nuove la scarsità di idee… nuove.
Forse un po’ ironicamente viene proposto:
“che si metta in circolazione una versione del Piano “tradotta” per gli utenti comuni non specialisti, o, più semplicemente, si unisca al documento un glossario interpretativo autentico, in cui si fornisca una spiegazione univoca degli anglismi utilizzati, non solo per verificarne la necessità, l’uso appropriato e la coerenza, ma anche per renderne chiaro a tutti, operatori della scuola e cittadini, il reale contenuto del programma. Come sempre, tradurre significa prima di tutto capire meglio e riflettere sul significato delle parole.”
Aldilà del problema linguistico e filosofico, riguardante la contraddizione di un ministero che dovrebbe promuovere la cultura italiana, ci preme sottolineare la questione pedagogica. Un piano calato dall’alto senza una reale integrazione con il mondo della scuola, le sue carenze strutturali e di materiale didattico, l’«allergia» verso le nuove tecnologie manifestata anche nella precedente circolare, o meglio «indicazioni», del ministero per impedire l’utilizzo di cellulari e dispositivi elettronici anziché educare gli studenti ad un uso responsabile.
A mancare è una riforma seria e strutturata della didattica, che assicuri le conoscenze essenziali, che appassioni e abitui alla chiarezza intellettuale, al pensiero critico e all’utilizzo responsabile delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.
L’importanza delle scienze umane: approfondimenti letterari
Vorrei dedicare questo articolo nell’approfondimento di alcune letture nell’ambito delle scienze umane secondo me molto importanti e utili nella comprensione di alcuni argomenti filosofici e pedagogici che servono per comprendere la realtà in cui viviamo.
Una prima lettura molto interessante riguarda un particolare ambito della filosofia, cioè l’estetica. Il saggio a cui faccio riferimento si intitola Percorsi del riconoscimento scritto dal filosofo francese Paul Ricoeur il quale ripercorre alcune tappe di un percorso che permette al lettore di raggiungere il riconoscimento di se stesso analizzando le varie correnti di pensiero dei più importanti pensatori del passato ad esempio Cartesio o in francese Descartes, il filosofo illuminista Immanuel Kant con le categorie tempo e spazio, arrivando alla filosofia classica degli antichi greci citando Aristotele, giungendo fino a Hobbes con l’opera più importante che lui ha scritto intitolato il Leviatano e infine Hegel con la fenomenologia dello spirito. Personalmente, la lettura e lo studio di questo saggio ha rappresentato per me un momento molto importante, perchè ho potuto comprendere con un linguaggio preciso e attento argomenti filosofici assai complessi.
Come è cambiata la scuola ai tempi del Coronavirus: sintesi di una didattica nuova
Sono trascorsi più di due anni dall’inizio della pandemia Covid 19 e ancora oggi, la popolazione mondiale si trova a fronteggiare una situazione di emergenza. In questi due anni sono cambiate molte cose nella vita dell’uomo come l’uso delle mascherine, stili di vita e attività professionali, le aziende hanno introdotto metodi di lavoro prima impensabili come il lavoro da remoto o addirittura in alcuni ambiti l’automazione ha sostituito completamente il lavoro umano.
Seconda Edizione del Manuale Freedom Writers
La casa editrice LAS ha pubblicato la Seconda edizione del manuale IL METODO “FREEDOM WRITERS”, Una didattica per la ricerca di senso: cambiare se stessi e il mondo attraverso la scrittura autobiografica, del prof. Giuseppe Cursio.
Questo manuale operativo presenta un metodo educativo denominato “Freedom Writers” ideato dall’insegnante californiana Eri Gruwell insieme alla sua classe 203. Le esperienze di apprendimento contenute in questo manuale potrebbero creare condizioni favorevoli per la crescita di molti ragazzi, promuovere il loro senso comunitario e sviluppare dimensione di futuro e di senso nelle loro vite. Tale metodo educa non solo alla scrittura di sé, ma anche alla “lettura”, cioè all’incontro con gli autori della Letteratura e della Storia; ed è proprio in questa condizione di lettura dell’altro da sé, che si trovano nuove parole per potersi raccontare nella propria vita e interpretare la propria esperienza nell’ottica dello sviluppo. Possiamo quindi dire che questo metodo può creare le condizioni perché si coltivi un’abitudine allo scrivere ed in particolare allo scrivere di sé a partire da letture di storie di vita stimolanti che il docente-educatore può proporre: un terreno fecondo che secondo noi potrebbe sviluppare cambiamenti esistenziali forti e decisivi per i futuri personali e delle società.