Storia delle donne – la donna nell’antica Grecia e la donna nel Novecento

L’educazione della donna

Fin dalla nascita le giovani donne trascorrevano gran parte della loro vita in casa, affidate alle cure della madre o delle schiave. Apprendevano ben presto i lavori domestici della filatura e della preparazione del cibo. Solo durante le feste religiose delle città, le ragazze potevano uscire. Nell’Atene classica, le ragazze potevano apprendere i racconti della tradizione mitica, dalle madri, dalle parenti anziane e dalle schiave e qualche volta potevano imparare a leggere e a scrivere. Ancor più raro e difficile era per le giovani acquisire un’istruzione superiore.[1] La donna ateniese era sottoposta a vita, alla tutela di un uomo, il padre prima, poi il marito e successivamente il figlio e, in mancanza di esso, il parente più prossimo. La donna era esclusa dalla dimensione pubblica della società, dalla cultura, dalle assemblee, dai tribunali, dalle manifestazioni, tranne poche cerimonie religiose.

La pedagogia speciale per l’integrazione scolastica: la differenza tra individualizzazione e personalizzazione

Una delle tematiche maggiormente discusse nel dibattito scolastico attuale è la differenza tra individualizzazione e personalizzazione della programmazione didattica. Dal punto di vista pedagogico si definisce individualizzazione il criterio fondamentale del percorso educativo e didattico che presta attenzione alle dimensioni individuali dello studente come la dimensione cognitiva, affettiva, sociale. Il modello di individualizzazione che viene citato maggiormente è l’apprendimento per padronanza ( in inglese mastery learning) che identifica il raggiungimento degli obiettivi formativi secondo la teoria di Bloom. L’apprendimento per padronanza è una metodologia utilizzata nell’ambito didattico per fare in modo che gli alunni di un gruppo classe possano raggiungere al meglio il più alto grado di conoscenze. Il modello dell’apprendimento per padronanza prevede una procedura basata sullo svolgimento di una determinata unità didattica. Per personalizzazione invece si intende l’insieme delle strategie didattiche che mira alla valorizzazione delle potenzialità, predisposizioni, inclinazioni intellettive, attraverso la possibilità o l’opportunità di coltivare le proprie aree di eccellenza. Aiutare ogni studente a sviluppare una propria forma di talento è l’obiettivo fondamentale della personalizzazione.

Da un punto di vista della pedagogia per l’inclusione vengono predisposti due modelli di progetti o percorsi rivolti agli studenti che fanno parte del gruppo classe. Il Piano didattico personalizzato viene redatto per studenti che presentano particolari disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali (riconosciuti dalla legge 170/2010), mentre il Piano educativo Individualizzato viene redatto per studenti con disabilità di natura cognitiva e fisica (riconosciuto dalla legge 104/1992).

La pedagogia dell’espressione e il teatro Shakespeariano

La pedagogia dell’espressione rappresenta una parte della pedagogia che analizza e studia le metodologie e le espressioni dell’uomo attraverso varie forme d’arte. Questa disciplina nasce e ha origine nell’ambito della filosofia antica a partire da Socrate nel V secolo a.C. attraverso il concetto antico di paideia che significa precisamente educazione e formazione completa dell’uomo. La pedagogia dell’espressione si focalizza sul dare importanza alla persona e alla comunicazione attraverso varie forme artistiche come la danza, il movimento, l’espressione verbale e non ma soprattutto si focalizza sulla valorizzazione delle emozioni considerata come strumento più alto di espressività dell’uomo. In particolar modo il teatro viene considerato uno dei luoghi più importanti per poter mettere in pratica questa forma di espressività umana attraverso la recitazione e la manifestazione di sé.

La pratica didattica nell’IRC

Progettare, agire e valutare

di Cristina Carnevale

Una cassetta degli attrezzi per ideare e costruire l’insegnamento e ingredienti essenziali per la didattica dell’IRC.

Il libro si pone sul piano pedagogico-didattico, integrando elementi che potrebbero interessare gli insegnanti di diverse discipline. Dopo aver proposto una mappa sintetica dal punto di vista normativo, presenta in modo semplice e con risvolti pratici gli elementi fondamentali per elaborare una buona progettazione educativo-didattica orientata alle competenze di vita; offre una panoramica sui principali metodi e tecniche di insegnamento, con esempi che possono motivare gli studenti.

Il manuale è attento alle esigenze specifiche della disciplina IRC, proponendo il riferimento alla didattica ermeneutico-esistenziale e simbolico-religiosa.

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Improvviso educativo. Per una didattica “reidratante”

di Valentina Chioda e Luigi Maniglia

Può uno spaventapasseri orientare più che spaventare?
La storia di Bu, uno spaventapasseri spaventato che irrompe nelle aule scolastiche e ribalta il con­sueto modo di intendere e fare la scuola, ci dice di sì.

Dalle nozioni alle rela­zioni. Dai parametri numerici all’unicità della persona. È questo il ruolo di Bu, che nel libro guida il lettore nel disorientamento che attraversa la scuola italiana tra funzionalismo e burocrazia esasperata.

L’invito degli autori a una pedagogia dell’improvvisazione a scuola – che nulla ha a che fare con la preparazione improvvisata – si radica nella pedagogia degli ultimi due secoli, nelle forme di teatro-laboratorio, nelle correnti filosofiche persona­liste in cui al centro è la relazione tra insegnante e alunno, senza la quale ogni didattica risulta inefficace.

L’educazione all’empatia, all’ascolto del corpo e delle emozioni, alla comuni­cazione narrativa, all’espressività artistica per educare cittadini consapevoli e liberi, è ciò che il lettore/insegnante troverà in queste pagine.

Il libro punta a sostenere e accompagnare i docenti che credono in una Scuola capace di far emergere l’unicità di ogni alunno.

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