Come è cambiata la scuola ai tempi del Coronavirus: sintesi di una didattica nuova

Stiamo vivendo infatti in una nuova fase di rinascimento culturale in cui al centro è presente una ridefinizione del concetto di cultura e conoscenza stessa ed è compito della nuova generazione di giovani utilizzare il proprio patrimonio culturale per poter essere cittadini di un nuovo contesto sociale e professionale. In questa direzione, e ai fini di una prima definizione del Patrimonio Culturale Digitale l’associazione internazionale DiCultHer ha avviato una ulteriore consultazione pubblica europea per la definizione, identificazione e formalizzazione del patrimonio culturale digitale partendo dalla seguente definizione: “L’ecosistema di processi, entità, fenomeni virtuali e digitalizzati che, in quanto validati, certificati, trasferibili, resilienti, riusabili e replicabili nello spazio-tempo, sono testimonianze, manifestazioni ed espressioni rappresentative dei processi evolutivi che identificano e connotano ogni comunità, contesto socio-culturale, ecosistema semplice o complesso dell’Era Digitale, assumendo la funzione di memoria storica e fonte di conoscenza per le generazioni future.” Si tratta di un processo che pone al centro la ‘creatività’ dei giovani per affrontare, mediante l’uso consapevole del digitale e con approcci innovativi, la conoscenza, l’accesso partecipato, la gestione, la presentazione, la fruizione, la conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale Digitale, per “garantire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro”. Date queste premesse quindi è importante sottolineare che la scuola del futuro sarà molto diversa rispetto al passato, poichè le principali linee di indirizzo saranno proiettate sullo studio delle scienze umane e digitali, beni culturali digitali; l’arte e la comunicazione digitale; l’economia e l’organizzazione dell’arte e della cultura digitale. L’obiettivo sarà quello di rispondere alla crescente esigenza, avanzata proprio dalle giovani generazioni, di poter vivere nel rispetto nella conservazione dell’ambiente naturale e di vita. Rispetto al periodo pre – pandemia abbiamo acquisito la consapevolezza che il digitale non può più essere considerato una variabile indipendente delle politiche educative e culturali tanto nazionali che globali, ma una grande opportunità e uno strumento di supporto delle stesse politiche per sostenere il diritto all’istruzione e il diritto alla cultura, per realizzare una più stretta interazione tra digitale, cultura ed istruzione, promuovendo percorsi capaci di includere abilità di apprendimento e per immaginare strumenti concreti ma anche e soprattutto per favorire l’uso consapevole della rete, delle tecnologie ad esso collegate e degli strumenti e tecniche di comunicazione rese disponibili dal digitale per una comunicazione eticamente efficace.

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Informazioni su Cecilia Pallotta

Sono Cecilia Pallotta, ho trent'anni, sono laureata al corso di studi in Scienze della Formazione presso l'Università degli studi Roma Tre, indirizzo in Scienze Pedagogiche. Lavoro come Assistente Educativo Culturale e come supporto alla disabilità presso le scuole di Roma tramite una cooperativa sociale e scrivo articoli e saggi brevi di approfondimento umanistico presso questa rivista. Sono vincitrice del superamento delle prove selettive per l'accesso al corso - concorso di specializzazione sostegno TFA presso l'Università degli studi Roma Tre per incarico di docenza presso la scuola secondaria di secondo grado con votazione 25/30. Sono appassionata di musica, suono il pianoforte e canto, mi piace leggere soprattutto romanzi.