Fenomenologia e conoscenza della realtà

Un interessantissimo articolo pubblicato dalla rivista InStoria: «UN FILOSOFO DI NOME KAROL WOJTYLA E L’INCONTRO CON MAX SCHELER» di Simonetta Satornino, indaga gli sviluppi della fenomenologia realizzati grazie alla riflessione di Karol Wojtyla, il Papa Santo Giovanni Paolo II.

St. John Paul II greets throngs of Poles waiting for a glimpse of their native son at the monastery of Jasna Gora in Czestochowa during his 1979 trip to Poland. April 2, 2020, is the 15th anniversary of the pope’s death in 2005. (CNS photo/Chris Niedenthal)

Dalla fenomenologia di Hegel a quella di Husserl e poi di Scheler la questione centrale è quella del rapporto tra la realtà e la conoscenza, il rischio è sempre stato quello di porre l’accento troppo su un singolo aspetto lasciando scivolare sullo sfondo gli altri.

La pratica didattica nell’IRC

Progettare, agire e valutare

di Cristina Carnevale

Una cassetta degli attrezzi per ideare e costruire l’insegnamento e ingredienti essenziali per la didattica dell’IRC.

Il libro si pone sul piano pedagogico-didattico, integrando elementi che potrebbero interessare gli insegnanti di diverse discipline. Dopo aver proposto una mappa sintetica dal punto di vista normativo, presenta in modo semplice e con risvolti pratici gli elementi fondamentali per elaborare una buona progettazione educativo-didattica orientata alle competenze di vita; offre una panoramica sui principali metodi e tecniche di insegnamento, con esempi che possono motivare gli studenti.

Il manuale è attento alle esigenze specifiche della disciplina IRC, proponendo il riferimento alla didattica ermeneutico-esistenziale e simbolico-religiosa.

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Improvviso educativo. Per una didattica “reidratante”

di Valentina Chioda e Luigi Maniglia

Può uno spaventapasseri orientare più che spaventare?
La storia di Bu, uno spaventapasseri spaventato che irrompe nelle aule scolastiche e ribalta il con­sueto modo di intendere e fare la scuola, ci dice di sì.

Dalle nozioni alle rela­zioni. Dai parametri numerici all’unicità della persona. È questo il ruolo di Bu, che nel libro guida il lettore nel disorientamento che attraversa la scuola italiana tra funzionalismo e burocrazia esasperata.

L’invito degli autori a una pedagogia dell’improvvisazione a scuola – che nulla ha a che fare con la preparazione improvvisata – si radica nella pedagogia degli ultimi due secoli, nelle forme di teatro-laboratorio, nelle correnti filosofiche persona­liste in cui al centro è la relazione tra insegnante e alunno, senza la quale ogni didattica risulta inefficace.

L’educazione all’empatia, all’ascolto del corpo e delle emozioni, alla comuni­cazione narrativa, all’espressività artistica per educare cittadini consapevoli e liberi, è ciò che il lettore/insegnante troverà in queste pagine.

Il libro punta a sostenere e accompagnare i docenti che credono in una Scuola capace di far emergere l’unicità di ogni alunno.

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