Bauman e la post-modernità

Rispetto al passato, nel periodo post-moderno, viene introdotto un cambiamento culturale che ha determinato la nascita di nuove forme di sensibilità. Secondo il sociologo Bauman (1925-2017) la post-modernità viene definita come l’età dell’incertezza nella quale è stata abbandonata la ricerca dei fondamenti. Il mondo post-moderno è caratterizzato dalla nascita e sviluppo dell’industrializzazione e informatizzazione. Tali scoperte tecnologiche hanno condotto alla fine di grandi narrazioni e racconti che hanno caratterizzato il secolo precedente. In ogni fase storica esisteva una visione progressiva della storia dove il progresso era caratterizzato dal conquiste sociali quali l’emancipazione cioè la liberazione da una determinata condizione di inferiorità.

Il significato culturale di tali cambiamenti sociali era molto più importante del suo significato politico. Ad esempio, i movimenti studenteschi erano considerati come “memento mori”, cioè rivolti ad una generazione che aveva quasi creduto di aver risvolto per sempre i problemi della società occidentale. Gli abitanti dei Paesi dell’Europa Occidentale e Centrale conducevano uno stile di vita cosmopolita, avevano vissuto da tempo in un mondo caratterizzato da un costante cambiamento caratterizzato dalla trasformazione tecnologica e dall’innovazione culturale. Negli anni ’70 andarono in crisi i partiti e i movimenti politici che si basavano sul consenso della classe operaia. Da questo periodo in poi, si parla di società post-industriale, caratterizzata dalla rapida trasformazione tecnica della produzione, la maggior parte delle quali economizzarono, accorciarono, o addirittura eliminarono il lavoro umano. Nonostante il nuovo processo di industrializzazione di massa, la classe operaia era unita dalla componente centrale della vita, la collettività, il predominio del “noi” sull’io. Esisteva la convinzione che le persone potevano migliorare la propria vita solo con l’azione collettiva.

Questo articolo è stato pubblicato in Antropologia, Filosofia, Pedagogia e Didattica, Storia e contrassegnato come , , , da Cecilia Pallotta . Aggiungi il permalink ai segnalibri.
User Avatar

Informazioni su Cecilia Pallotta

Sono Cecilia Pallotta, ho trent'anni, sono laureata al corso di studi in Scienze della Formazione presso l'Università degli studi Roma Tre, indirizzo in Scienze Pedagogiche. Lavoro come Assistente Educativo Culturale e come supporto alla disabilità presso le scuole di Roma tramite una cooperativa sociale e scrivo articoli e saggi brevi di approfondimento umanistico presso questa rivista. Sono vincitrice del superamento delle prove selettive per l'accesso al corso - concorso di specializzazione sostegno TFA presso l'Università degli studi Roma Tre per incarico di docenza presso la scuola secondaria di secondo grado con votazione 25/30. Sono appassionata di musica, suono il pianoforte e canto, mi piace leggere soprattutto romanzi.