A partire dai primi anni del Novecento, infatti, si verificò la prima grande trasformazione del metodo produttivo industriale, attraverso la nascita della catena di montaggio, con l’obiettivo di razionalizzare l’intero processo produttivo. Da quel momento in poi, si è andato progressivamente verso la riduzione della manodopera umana o addirittura la completa sostituzione dell’uomo con macchinari che svolgono in tempi più rapidi e precisi determinate funzioni. L’uso degli strumenti di alta tecnologia però non si è focalizzata solo nel contesto produttivo e industriale, ma anche in altri ambiti come quelli sanitari ed ospedalieri, nell’ambito scolastico e educativo, e in modo particolare negli ultimi anni si è ampliata anche nelle relazioni umane con lo scopo di controllare la vita quotidiana delle persone. La conseguenza più grave della logica consumistica e tecnicista consiste nella scarsa capacità dell’uomo di interrogarsi sul senso delle grandi questioni. La capacità simbolica dell’uomo consiste nell’attribuire valore ad un oggetto, ad un segno oppure ad un suono e attraverso tale capacità l’uomo può interrogarsi sul senso delle cose, il desiderio delle bellezze, e soprattutto può sviluppare la capacità di giudizio, sviluppando un ragionamento critico su ciò che lo circonda e che lo riguarda in prima persona.
Fonti Bibliografiche:
Riferimento al libro di carattere storico E. Hosbawm, Il Secolo Breve, Rizzoli, Milano, 2014.