Il V secolo a.C. viene considerato come il periodo in cui si verificò un notevole sviluppo artistico e filosofico. Atene era considerata il centro della cultura greca e in questa città nacque l’arte classica, la quale rimase pura per poco tempo fino a costituire un ideale importante nel mondo greco. Nel V secolo i grandi artisti dell’epoca si recarono ad Atene che ben presto divenne il centro intellettuale per eccellenza. Nell’età classica un fenomeno peculiare di Atene ebbe la tragedia1 genere teatrale nato nell’Antica Grecia e che rappresentava una cerimonia tipicamente religiosa con una forte funzione sociale che il poeta esercitava nell’ambito della polis. La tragedia era una rappresentazione teatrale e creava un rapporto con il pubblico e con le sue attese. Questo rapporto si caratterizzava per il fatto di essere collettivo e presupponeva una esposizione diretta del testo scritto, attraverso il canale uditivo- visivo, anziché attraverso la lettura. Il teatro greco coinvolgeva l’intera città ed era elevatissimo il numero di partecipanti attivi come i costumisti, gli attori, i musicisti, gli istruttori, i sacerdoti e i macchinisti. La tragedia era anche un momento politico molto importante. Era di grande rilievo il fatto che l’organizzazione degli spettacoli era affidata allo Stato.
I greci pertanto ritenevano che ogni manifestazione artistica avesse una funzione educativa a tal punto che il teatro stabilì le sue radici nella costituzione politica di Atene nel V secolo a.C. che prende il nome di democrazia. Quindi il teatro raffigurava una perfetta metafora della democrazia. Come nel corso della rappresentazione si creava una stretta interdipendenza tra l’eroe e il coro, anche durante la vita quotidiana si creava un rapporto molto intenso tra l’individuo e la comunità nel suo complesso. Il teatro greco, durante il suo periodo di produttività, fu un fenomeno esclusivamente di Atene. Gli spettacoli si svolgevano nelle festività delle Grandi Dionisie che iniziavano in primavera e duravano sette giorni.