Il pensiero filosofico di Antonio Gramsci

Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini”. A. Gramsci

Vita e pensiero politico- filosofico

Gramsci nasceva nel 1891 ad Ales e moriva nel 1937, è stato un personaggio importante dal punto di vista politico e giornalistico, poiché è riuscito ad analizzare temi riguardanti la questione meridionale. Egli possedeva una personalità molto forte, il suo rigore morale rappresentava un esempio e un modello di dignità. Nel pensiero di Gramsci venivano sottolineati diversi temi quali l’egemonia come sviluppo politico il quale rappresentava un progresso filosofico oltre che politico e pratico, il ruolo della categoria degli intellettuali e il tema del rapporto tra le sovrastrutture e la realtà. Nell’avviamento allo studio della filosofia e del materialismo storico è importante elaborare la propria concezione del Mondo in modo consapevole e critico, essere in grado di partecipare attivamente alla produzione della storia del Mondo, essere una guida di sé stessi e non accettare passivamente dall’esterno l’impronta alla propria personalità.

La comprensione critica di sé stessi avviene attraverso una lotta di egemonie politiche, prima nell’ambito dell’etica poi in quello politico per poi giungere ad una elaborazione superiore della coscienza. L’inizio dell’elaborazione critica era la coscienza di ciò che si è realmente, un prodotto del processo storico per conoscere sé stessi e di trovare un posto nel Mondo. Il pensiero di Gramsci era fortemente organico e ciò significa che tale pensiero prende forma da un programma di ricerca che si opponeva al pensiero tradizionale. In un momento particolare della sua vita, Gramsci era condannato dal regime fascista dal 1929 al 1935, tra il carcere di Turi e successivamente presso la clinica Cusumano di Formia quando si aggravavano le sue condizioni di salute. Gramsci in questo periodo di permanenza presso il carcere, componeva una raccolta di formulazioni concettuali i quali avevano una struttura diacronica cioè che riguardava lo studio di fatti linguistici nel loro sviluppo attraverso il tempo. Dunque, i Quaderni rappresentavano ancora oggi un’opera particolare perché ripercorre un’elaborazione in continua evoluzione, nel quale vengono esaminati concetti e temi necessari per la comprensione del periodo storico in cui Gramsci visse. Dal punto di vista filosofico, egli traduceva le tesi di Feuerbach, sottolineando la filosofia della pratica, affrontando temi come quelli dell’Americanismo e del Fordismo. Si intende per Fordismo il modello di organizzazione del lavoro in fabbrica che si basava sulla divisione del processo produttivo in singole fasi collegate in una catena di montaggio rivolto alla massa. Tale raccolta di quaderni permetteva di approfondire concetti dal punto di vista storiografico essendo un dirigente politico. Inaugura dal 1930 al 1932 un nuovo modo di utilizzare i quaderni Miscellanei, i quali rappresentavano una raccolta di opuscoli e fascicoli raccolti in un’unica cartella composta da note e appunti; sembrava essere un quaderno di appunti di memorie, pensieri senza ordine e sistema, infatti venivano definiti Miscellanei poiché rappresentavano un discorso confuso ed incerto. Ciò che è importante sottolineare riguardava le sequenze di scrittura, cioè le fasce temporali dei Quaderni. Nella seconda sequenza che va dal Maggio del 1930 al 1932 Gramsci inaugurava un modo diverso di utilizzare i quaderni Miscellanei composti da note le quali corrispondono agli Appunti di filosofia, faceva riferimento al materialismo storico dialettico di Hegel e alla corrente filosofica dell’idealismo. Dal punto di vista pedagogico, nel 1920 Gramsci intraprese il suo apprendistato nella rivista l’Avanti e il Settimanale il Grido del Popolo. L’impegno di Gramsci consisteva nella volontà di mostrare la verità, maieuticamente come se fosse un processo collettivo.
Il concetto di Americanismo consisteva in una necessità di raggiungere una organizzazione economica che segnava il passaggio da un’economia individualista verso un’economia programmatica.

Materialismo storico dialettico di Hegel e il lavoro

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Informazioni su Cecilia Pallotta

Sono Cecilia Pallotta, ho trent'anni, sono laureata al corso di studi in Scienze della Formazione presso l'Università degli studi Roma Tre, indirizzo in Scienze Pedagogiche. Lavoro come Assistente Educativo Culturale e come supporto alla disabilità presso le scuole di Roma tramite una cooperativa sociale e scrivo articoli e saggi brevi di approfondimento umanistico presso questa rivista. Sono vincitrice del superamento delle prove selettive per l'accesso al corso - concorso di specializzazione sostegno TFA presso l'Università degli studi Roma Tre per incarico di docenza presso la scuola secondaria di secondo grado con votazione 25/30. Sono appassionata di musica, suono il pianoforte e canto, mi piace leggere soprattutto romanzi.