La società della conoscenza – Knowledge Society

Si supera l’idea di una formazione di superficie, limitata all’istruzione o alla formazione professionale di tipo tecnico a favore del recupero della pienezza del significato storico dell’educazione come accompagnamento allo sviluppo della persona. “L’importante cambiamento introdotto da questa visione sta nel riconoscimento del fatto che l’individuo non si limita ad ‘imparare’ unicamente all’interno del sistema scolastico e unicamente negli anni in cui è prevista la scolarizzazione, ma è continuamente stimolato dal contesto sociale in cui vive e interagisce, contesto all’interno del quale apprendere e accrescere le sue competenze.

La conoscenza, quindi, diventa lo strumento fondamentale per far entrare gli individui nel mondo del lavoro e per diminuire la diseguaglianza sociale, attraverso l’acquisizione di saperi e competenze.
“L’uomo sa da sempre che per lui vivere è coltivarsi; che coltivarsi è apprendere; che apprendere è sapere, e che il sapere è la radice del profondo personale da cui emergono pensieri, azioni, emozioni, simbolizzazioni, desideri e responsabilità”.

Dunque, sulla base di queste premesse, è importante analizzare che nella società attuale definita globale, al centro del processo educativo e formativo si trova colui che apprende e non solo il docente, quindi si tratta di una tipologia di apprendimento definito attivo e partecipativo.
Si tratta di una concezione della formazione che pone al centro la soggettività e la capacità, da parte di chi apprende, di attribuire senso agli eventi ed alle situazioni esperite quotidianamente. Il riconoscimento dell’importanza della riflessione sull’esperienza porta a considerare la formazione come costruzione di senso che non è dato ma che chiede di essere messo in parola, di essere riconosciuto e narrato dai soggetti di volta in volta coinvolti”.
Per completare questo ragionamento si può affermare che: “le competenze costituiscono dunque l’esito di un processo di apprendimento continuamente mutevole e proprio per questo devono essere scoperte, stimolate, indirizzate, conservate e coltivate. La competenza strategica è una disposizione dell’individuo, una capacità di adattamento, un’attitudine verso capacità relazionali, affettive, di responsabilità, orientamento, progettazione e intervento sul reale. Si tratta di una cassetta degli “attrezzi del mestiere per poter essere attori nella Knowledge Society”.

Riferimenti Bibliografici:

Domenico Parisi, 2007, “Il vecchio e il nuovo paradigma della formazione”, a cura di Montedoro C. e Pepe D., La riflessività nella formazione: modelli e metodi, Isfol, Roma, Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, pp. 248- 250.

Enciclopedia multimediale Giovanni Treccani, 2012, “Knowledge Society”, Lessico del XXI secolo, riferimento ipertestuale: https://www.treccani.it/enciclopedia/knowledge-society_(Lessico-del-XXI-Secolo)/ , Milano.

“Lifelong learning, Life Wide Learning e Life Deep Learning,” 2017, Transpersonal Education Network a cura di Gabriella Delmonte, Milano.

Aureliana Alberici, 2008, “Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita”, a cura di Aureliana Alberici, La possibilità di cambiare, Edizione Franco Angeli, Milano, pp. 61 – 63.

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Informazioni su Cecilia Pallotta

Sono Cecilia Pallotta, ho trent'anni, sono laureata al corso di studi in Scienze della Formazione presso l'Università degli studi Roma Tre, indirizzo in Scienze Pedagogiche. Lavoro come Assistente Educativo Culturale e come supporto alla disabilità presso le scuole di Roma tramite una cooperativa sociale e scrivo articoli e saggi brevi di approfondimento umanistico presso questa rivista. Sono vincitrice del superamento delle prove selettive per l'accesso al corso - concorso di specializzazione sostegno TFA presso l'Università degli studi Roma Tre per incarico di docenza presso la scuola secondaria di secondo grado con votazione 25/30. Sono appassionata di musica, suono il pianoforte e canto, mi piace leggere soprattutto romanzi.