Questa situazione deve far riflettere molto riguardo la condizione sociale in cui l’uomo della nostra epoca vive come se il telefono sia lo strumento primario per eccellenza e abbia sostituito le altre forme di comunicazione tradizionali. Inoltre, alcune ricerche in ambito psicologico hanno dimostrato che l’uso quotidiano e sovrabbondante di tali strumenti provocano delle disfunzioni e disturbi cognitivi soprattutto nella fase di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Questi studi hanno dimostrato che l’utilizzo di apparecchiature tecnologiche alterano l’attività celebrale facendo perdere la concezione della realtà. È compito dell’educazione da parte dei genitori occuparsi della crescita dei propri figli in modo sano e appropriato evitando il continuo utilizzo della tecnologia ma condividendo invece dei momenti importanti in altri luoghi al di fuori delle mura domestiche, ad esempio nei parchi pubblici, nei luoghi culturali come i musei o i teatri. Il problema dell’uso della tecnologia da parte dei ragazzi dipende dalla scarsa attenzione dei genitori poiché anche loro vivono in funzione di essa. Ma la conseguenza più grave dell’uso continuo di tali strumenti è la sedentarietà dell’individuo poiché provoca una pigrizia mentale che si ripercuote anche sul fisico; molto spesso i ragazzi sono lasciati soli durante la giornata, poco seguiti dai loro genitori, spesso adottano delle abitudini sbagliate che potrebbero avere effetti in futuro. Molto spesso i ragazzi vivono in solitudine perché non sono più in grado di esprimersi in modo semplice e spontaneo come si faceva una volta, ed è per questo che molti ragazzi frequentano sedute di psicologia. I genitori pensano che attraverso le terapie si possa risolvere il problema in corso, e non si rendono conto che la causa primaria del loro malessere è la mancata attenzione da parte dei genitori verso i loro figli. Non ci si rende conto del fatto che la veloce informatizzazione ha condotto all’allontanamento dei rapporti umani, autentici di cui l’uomo da secoli ha bisogno per vivere.