Da un punto di vista metodologico e storico, oltre alla Spagnola si verificarono altri episodi di epidemia e di peste, la prima fonte di riferimento fu Boccaccio nel Decameron il quale riportò nell’introduzione la descrizione della peste del 1348. La narrazione voleva che dieci giovani (composti da sette donne e tre uomini) si incontrarono presso la Chiesa di Santa Maria Novella e decisero di allontanarsi dalla città di Firenze e di attendere in campagna la fine dell’epidemia. Tra il 1347 e il 1352 la peste provocò 25-30 milioni di morti che corrispondeva a quasi un terzo della popolazione europea (XIV secolo). Il compito di uno studioso della storia sull’argomento della peste consiste in primis nel proporre un’analisi della differente percezione del pericolo tra le classi sociali più povere e il clero; infatti, per spiegare tale fenomeno, lo storico Delumeau, propone tre spiegazioni riguardo l’epidemia di peste: la prima si riferisce ai sapienti i quali cercarono le cause dell’epidemia nei fenomeni celesti (come terremoti e vulcani); la seconda si riferisce alla massa la quale stabiliva che la causa della peste fosse l’untore e l’ultima la Chiesa la quale stabilì che la causa principale della peste fosse l’apocalisse come se fosse un flagello mandato da Dio con lo scopo di punire l’intera umanità.
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