2 parole sulla DaD…

È molto facile spiegare la Didattica a Distanza:

La DaD semplicemente non esiste!

Si tratta di una definizione inventata sul momento, ai primi di marzo del 2020, dal ministro dell’istruzione per cercare di garantire un minimo di continuità all’attività didattica delle scuole italiane chiuse per l’epidemia di coronavirus. Infatti, la DaD:

  • Non è un modello didattico elaborato e testato da qualsivoglia istituzione o centro di ricerca pedagogica.
  • Non è una modalità operativa definita da una qualsiasi normativa scolastica.
  • Non è, tantomeno, una forma di insegnamento-apprendimento deliberata dagli Organi Collegiali competenti.

Nessuno ha mai definito le finalità, gli obiettivi, gli strumenti didattici e i criteri di verifica della didattica a distanza. In assenza di piattaforme e-learning o, magari, modalità miste di insegnamento precedentemente pianificate e testate dal ministero o dalle scuole autonome si è cercato di non interrompere bruscamente l’anno scolastico mettendoci una… toppa.

Cosa sta succedendo?

Nella più totale improvvisazione e assenza di legalità (che fine hanno fatto tutte le normative e la burocrazia scolastica?) si è cercato di:

  • utilizzare strumenti online nati per esigenze e meeting aziendali come Google Suite o Zoom per continuare le lezioni scolastiche
  • molti gestori del Registro elettronico si sono dati da fare per implementarlo con funzionalità di e-learning
  • la fantasia al potere, ognuno può guardarsi intorno

Chi si è mai domandato quali risultati di apprendimento produrrà la DaD? Quali conseguenze psicologiche possono esserci per un adolescente che vede la faccia del proprio insegnante amato/odiato sbucare dallo schermo del PC nella propria cameretta?

È accaduto che:

  • Semplicemente, si sta spostando su strumenti digitali online i modelli tradizionali di insegnamento-apprendimento come già è avvenuto in passato con le L.I.M.
  • Ogni insegnante nella più totale libertà di insegnamento o anarchia, a seconda dei punti di vista, sta facendo ciò che ritiene giusto.

Le conseguenze possono essere eccellenti o pessime, con infinite sfumature di grigio. In alcuni consigli di classe può verificarsi un concentrato di super lavoro, in altri il vuoto cosmico, in altri ancora possono esserci doppi messaggi e conflitti vari.

Quanto detto finora non è una critica ma la cruda realtà. Il frutto dell’improvvisazione può essere solo il caos. A differenza della giungla, la civiltà consiste nell’organizzazione dei rapporti sociali.

… Ma non è tutto negativo come potrebbe sembrare:

Nessuno rimpiange la burocrazia scolastica e le lunghe inutili riunioni dei consigli di classe e dei collegi dei docenti. Sui giornali, finalmente, si discute anche un po’ di scuola e tutti concordano sulle carenze strutturali, igieniche, organizzative del sistema scolastico ed è evidente a tutti lo spread con gli altri sistemi europei.

  • Il corpo docenti ha mostrato una straordinaria vitalità, spirito di iniziativa, creatività, senso del dovere e dedizione al proprio lavoro.
  • Provando, sbagliando, correggendo in cinque mesi ci sarà il più grande progresso tecnologico della scuola italiana. Nell’emergenza si farà finalmente ciò che non si è fatto negli ultimi 15 anni.

Virtus in medium est!