John Dewey è considerato l’esponente più importante della corrente di pensiero fondato sul metodo delle scuole attive durante i primi anni del Novecento negli Stati Uniti. Secondo Dewey è necessario trasmettere il sapere attivamente in modo tale che, per il bambino risulta una scoperta personale. Egli sostiene che la trasmissione passiva del sapere risulta antidemocratica e che abitua lo studente alla conoscenza passiva del sapere. Nel suo scritto pedagogico, di maggior rilievo, Democrazia ed educazione, Dewey sottolinea il ruolo dell’educazione come strumento che permette alla società di trasmettere la cultura da una generazione all’altra. Secondo il suo pensiero pedagogico, la società è il risultato di un lungo processo di trasmissione della cultura che avviene attraverso le abitudini dell’agire umano da parte del più anziano al più giovane; senza questo progresso la vita sociale non esisterebbe. Egli sostiene dunque che la cultura deve essere l’unico strumento che l’uomo ha a disposizione per progredire. La società democratica, secondo Dewey, doveva essere considerata come società educante, perché permette lo sviluppo dell’individuo dei suoi interessi e l’ampliamento delle conoscenze. Quindi, la democrazia è fondata sull’agire delle persone con lo scopo di soddisfare i propri bisogni e appartenere in modo attivo ad una comunità. È necessario creare un progetto educativo che supera il tradizionale metodo didattico; secondo il suo pensiero, l’agire umano è considerato lo strumento didattico principale dello studente perché il fare rappresenta la comprensione del processo costruttivo che porta al raggiungimento del risultato finale. Dunque, la scuola fa parte di quel sistema sociale in crescita, quindi del processo di industrializzazione di cui è protagonista.
Cecilia Pallotta 17/07/2019