La Torre di Chia – luogo di ispirazione di Pierpaolo Pasolini

La località di Chia è una piccola frazione di Soriano nel Cimino in provincia di Viterbo (Lazio) di origine medievale, come la maggior parte delle località della Tuscia. Chia è stata molto amata dallo scrittore Pierpaolo Pasolini, infatti è stato luogo di ispirazione letteraria e luogo cinematografico del film da lui stesso realizzato ” Il Vangelo secondo Matteo” (1964). Nel 1966 scrisse in riferimento al castello e alla torre di Chia: “il paesaggio più bello del mondo, dove Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri “. Nel 1970 Pierpaolo Pasolini acquistò la Torre, provvede al restauro e visse spesso negli ultimi anni di vita fintantoché negli ultimi tre anni della sua vita visse sempre più spesso a Chia, lavorando ad un romanzo intitolato “Petrolio”  pubblicato postumo. Il 19 marzo 2011 in occasione dell’ampliamento di piazza Garibaldi, il comune di Soriano nel Cimino ha posto un busto in ricordo di Pier Paolo Pasolini che amava questo piccolo angolo del territorio del paese. Il busto, realizzato dallo scultore Gianluca Bagliani, è stato scoperto da Walter Veltroni giunto per l’occasione, su invito dell’amministrazione comunale, nella nuova piazza di Chia

Fotografie:

La Torre di Chia con Pierpaolo Pasolini e la Torre di Chia adesso

Wuhan — I francescani vi erano presenti da oltre 100 anni

Uno dei primi ospedali designati per curare l’epidemia del Coronavirus è stato l’Ospedale Jinyintan di Wuhan – precedentemente l’Ospedale Malattie Infettive di Wuhan. Quando fu fondato nel 1926, si chiamava Ospedale Cattolico in Memoria di Padre Mei, a Hankou. Padre Mei Zhanchun era il nome cinese dato a un frate missionario italiano Pascal Ange (Angelicus) Melotto, OFM (1864-1923), nato a Lonigo, entrato nell’Ordine nel 1880 (Provincia di San Francesco) che venne in Cina nel 1902. “Mei” è il carattere cinese per “prugna”.

Melotto era stato coinvolto in alcuni conflitti locali e fu rapito nel 1923. Essendo straniero, fu richiesto un grande riscatto e furono coinvolte le Ambasciate Italiana e Francese. Durante il rapimento, fu spostato più volte tra le province di Hubei e Henan e morì tre mesi dopo, quando uno dei rapitori gli sparò allo stomaco con un proiettile avvelenato. Poco prima di morire, aveva confidato: “Sono felice di morire per il popolo cinese. Ho vissuto in Cina per i cinesi e ora sono felice di morire per loro”.

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Exclusive: Ancient Mass Child Sacrifice in Peru May Be World’s Largest

More than 140 children were ritually killed in a single event in Peru more than 500 years ago. What could possibly have been the reason?

Evidence for the largest single incident of mass child sacrifice in the Americas— and likely in world history—has been discovered on Peru’s northern coast, archaeologists tell National Geographic.

More than 140 children and 200 young llamas appear to have been ritually sacrificed in an event that took place some 550 years ago on a wind-swept bluff overlooking the Pacific Ocean, in the shadow of what was then the sprawling capital of the Chimú Empire.

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Quando Madre Teresa era famosa in tutto il mondo… tranne che nel suo paese

Quando Madre Teresa fu insignita del Premio Nobel per la Pace, nel 1979, era già celebre in tutto il mondo per le sue opere e la sua missione a Calcutta. In tutto il mondo, fatta eccezione per il suo paese d’origine, l’Albania, dove il regime comunista aveva proibito non solo la religione ma persino Dio, quindi di conseguenza, aveva completamente censurato questa sua illustre cittadina, Agnes Gonxha Bojaxhiu.

Lo ha raccontato a ZENIT, Visar Zhiti, rappresentante diplomatico dell’Albania presso la Santa Sede. “A quell’epoca, l’Albania era impermeabile a qualunque notizia, comprese quelle su Madre Teresa. Era famosa nel mondo ma non poteva recarsi nel suo paese”, ricorda. La prima volta che Zhiti sentì fare il suo nome, fu nel 1969, quando si trovava in carcere, dove stava scontando una condanna per aver composto versi poetici ‘sovversivi’. Quando arrivavano nuovi detenuti, gli altri domandavano loro cosa stesse succedendo lì fuori. Un giovane gli disse: “ho sentito alla Rai che una suora albanese ha vinto il Premio Nobel per la Pace, suor Teresa”. Questo nome “si stampò nella mia mente e nel mio cuore”, racconta il diplomatico albanese.madre Teresa di Calcutta

In Albania, la religione era proibita, era l’unico paese del mondo formalmente ateo. Tutti i templi religiosi erano stati distrutti. I sacerdoti erano stati tutti fucilati o richiusi in carcere. “Sentire che una suora albanese era conosciuta in tutto il mondo ed aveva conquistato un Premio Nobel, era una gioia. Dio ci concedeva questo “premio” per compensare la situazione in cui versava il paese”, osserva Zhiti.
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Un ricordo di don Zelindo Trenti, il maestro della Didattica Ermeneutica-Esistenziale

Nella sera di giovedì 11 febbraio, alle ore 22.10, assistito da diversi confratelli salesiani, dalla comunità delle suore Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e da alcuni cari amici presso l’Infermeria dell’UPS, il prof. don Zelindo Trenti, sdb, ha terminato il suo percorso terreno, per iniziare quello eterno nell’abbraccio della misericordia infinita di Dio. La comunità accademica dell’UPS si unisce al lutto della comunità San Tommaso di cui don Zelindo faceva parte. Il prof. Trenti ha insegnato per molti anni nella Facoltà di Scienze dell’Educazione.
Zelindo Trenti era nato a Dro, provincia di Trento, l’8 marzo 1934. Nel 1951 emette i suoi primi voti salesiani mentre l’11 febbraio 1962 è ordinato sacerdote. Ripercorrendo gli anni della sua vita, e in modo particolare quelli della sua attività all’UPS, non si può non restare ammirati per la costante e generosa dedizione con cui ha svolto il suo servizio accademico di docenza, di ricerca e di direzione dell’Istituto di Catechetica della nostra Università. Entrando nella nostra congregazione, don Trenti ha potuto sviluppare in modo assai apprezzabile le doti ereditate dalla sua famiglia e dallo stesso ambiente delle sue origini trentine: l’amore al lavoro, la cura di corretti rapporti con gli altri e una salesiana serenità nel compiere gli incarichi che gli sono stati successivamente affidati nell’UPS.
Dopo gli anni dell’aspirantato, don Trenti ha seguito il percorso normale della formazione nella sua ispettoria di origine, l’ispettoria veneta: il noviziato, lo studentato filosofico, il tirocinio. Inviato alla nostra Facoltà teologica della Crocetta vi ha compiuto il quadriennio teologico coronato con la licenza in teologia, ed è ordinato sacerdote a Torino nel 1962. Dopo aver conseguito la licenza in filosofia nella nostra Facoltà a Roma nel 1963, si è laureato nella stessa disciplina a Padova nel 1967 e ha conseguito il diploma di specializzazione in filosofia della religione sempre a Padova nel 1970. Dal 1963 al 1984 ha messo al servizio dell’ispettoria la riconosciuta professionalità in campo filosofico e religioso così acquisita, dando vita a numerose iniziative come direttore sia dell’Associazione per la Ricerca Religiosa e Sociale e sia di collane di saggi riguardanti la ricerca religiosa e la didattica della religione nella scuola.
Per la sua apprezzata competenza in questi ambiti, don Trenti ha partecipato al Capitolo Generale 21 della Congregazione Salesiana come delegato dell’ispettoria di Verona-San Zeno, ed è stato invitato, a partire dal 1982, a offrire delle qualificate prestazioni didattiche presso la FSE della nostra Università. Dal 1985 in poi ha tenuto ininterrottamente corsi, seminari e tirocini attinenti la metodologia catechetica dell’adolescenza e della giovinezza, l’insegnamento della religione nella scuola e la pastorale scolastica, prima in qualità di docente aggiunto (1985-1989), quindi come professore straordinario (1989-1995) e infine come ordinario (1995-2004). Stimato dagli studenti e dai colleghi per la competenza e la qualità didattica dell’insegnamento, è stato nominato Direttore dell’Istituto di Catechetica, incarico assai gravoso che ha svolto con lodevole dedizione dal 1995 al 2001.
Durante gli oltre vent’anni di docenza universitaria, don Trenti ha prodotto un’ampia serie di studi e ha portato contributi nuovi, originali e critici nel campo dei suoi interessi scientifici. Lo comprovano una trentina di volumi da lui personalmente redatti e curati o composti in collaborazione con altri autori, senza contare gli oltre 70 articoli di riconosciuto valore scientifico pubblicati in non pochi volumi in collaborazione e in varie riviste e dizionari. Il centro di interesse della sua produzione è stata la scelta ermeneutica attinente la originaria consonanza tra autentica esperienza umana e genuina fede cristiana. Mettendo a tema e approfondendo questa intuizione fondante, don Trenti l’ha finalizza all’educazione religiosa e cristiana dei giovani, manifestando in questo modo un’acuta sensibilità antropologica e pedagogica, unita a una acuta e profonda penetrazione dell’esistenza umana.
La comunicazione di questo universo di pensiero non semplice e talora difficile da afferrare, poggia, a detta di suoi lettori attenti e critici, su una solida competenza scientifica testimoniata dalle eccellenti letture filosofiche e teologiche, specie dell’area tedesca e francese, sulle quali don Trenti ha fermato tanto la sua riflessione. Il modo di presentare i risultati del suo ragionare si avvale di un linguaggio ricco di “provocazioni” e molto aperto al “presagio” del simbolico, sovente suggestivo, sempre incalzante, mai banale.
Occorre ancora ricordare la sua partecipazione a numerosi convegni e incontri scientifici a raggio nazionale e internazionale. Merita una menzione particolare, la sua costante e qualificata presenza ai vari incontri italo-tedeschi di pedagogia religiosa. Inoltre, per molti anni ha coordinando un gruppo di ricerca e sperimentazione sull’insegnamento della religione nella scuola a livello nazionale, dirigendo periodicamente seminari di studio e convegni aperti, con notevole partecipazione e sincero apprezzamento. Per la sua apprezzata competenza in questi settori è stato chiamato a ricoprire incarichi prestigiosi per la nostra Università: Consulente per l’Insegnamento della Religione Cattolica presso la Conferenza Episcopale italiana; Consulente del Centro Studi della Scuola Cattolica; Direttore della “Rivista di Religione”.
Per tutti questi titoli è doveroso che l’UPS, la Facoltà di Scienze dell’Educazione e l’intera nostra Congregazione gli manifestino nuovamente, come già avvenne il giorno della sua nomina a docente emerito, il loro vivo e riconoscente apprezzamento.
Nell’ultimo periodo della sua vita, segnato dalla sofferenza, Don Zelindo ha approfondito ulteriormente il significato oblativo del dono di sé fatto al Signore attraverso la professione religiosa salesiana, e ha reso ancora più fruttuoso il suo ministero sacerdotale, cominciato sulla terra l’11 febbraio 1962 e nato al Cielo proprio lo stesso giorno, nel ricordo della Beata Vergine Maria di Lourdes.
Ringraziamo il Signore di avere donato don Trenti all’Università e alla Congregazione Salesiana e lo ricordiamo con gratitudine. I funerali si svolgeranno sabato 13 febbraio alle 11.30 nella Chiesa di Santa Maria della Speranza, in Via Francesco Cocco Ortu 19, Roma (parrocchia adiacente il campus universitario dell’UPS).

da https://www.unisal.it/notizie/vita-allups/1190-il-ricordo-di-don-zelinto-trenti-docente-emerito-della-nostra-universita